top of page

Nan Goldin

Nelle prime parole non potevo non parlare di lei.

Diversi anni fa, in una lezione all'università, il prof. Marra ci fece vedere un video - ora non si trova più online - con scatti di Nan Goldin. Rimasi completamente ammaliata. Allora ancora non scattavo spesso come faccio adesso, ma credo che quel giorno qualcosa dentro di me sia accaduto.

Non credo sia un caso che sia nata in settembre - il mio mese - e nel 1953 - anno di nascita di mia mamma.

Ecco chi è Nan Goldin.

Nasce a Washington.

I suoi ricordi privati divengono opere d'arte solo dopo la decisione di esporli.

Il suo stile diventa un'icona della sua generazione difficile edesso assume un'ulteriore svolta dopo la diffusione dell'AIDS che mette in discussione la sua fiducia nel potere delle immagini rendendole chiaro che essere le mostravano solo coloroche aveva perso.

Decide di prendere in mano la macchina fotografica per salvare se stessa e gli amici più intimi dall’azione dissolvente del tempo.

L'ingresso prepotente dell’AIDS nella vita di Nan. La malattia, infatti, colpisce molti suoi amici: soffre con e per loro, riesce a documentarli con tatto e quasi con riservatezza quando scoprono di essere sieropositivi, quando mostrano i primi segni della malattia, quando sono in fase terminale, quando muoiono mentre le persone che li amano piangono.

La Goldin è ormai comunemente riconosciuta come colei che riesce a rappresentare la vita quotidiana in tutte le sue sfaccettature, con semplicità ma senza autoreferenzialità né voyeurismo.

La fotografia chiave è Autoritratto. Ritrae amici e conoscenti, ma anche se stessa come nel celebre Autoritratto un mese dopo essere stata picchiata. Questa foto è stata scattata perché potesse non dimenticare mai quello che le era accaduto, ed era finalizzata a evitare di ricaderci.

Post in evidenza
Post recenti
Archivio
Cerca per tag
Seguici
  • Facebook Basic Square
  • Instagram Social Icon
bottom of page